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Nel tour acquistato per andare sul Machu Picchu ho conosciuto due ragazze brasiliane, molto simpatiche, con le quali ho trascorso una piacevole giornata a più di duemila metri. Sono venute a prendermi con un taxi al mio hostel e siamo andati verso la stazione di Ollantaytambo da dove abbiamo preso il treno per Aguas Calientes, il paesino sotto il Machu Picchu.
Sia alla stazione che al villaggio di Aguas Calientes, numerose persone si accalcavano per qualsiasi cosa. Aguas calientes è un paesino pieno di ostelli, ristoranti e negozietti, il che negli anni ha visto un aumento esponenziale delle visite.
Ci siamo salutati con le ragazze, dandoci appuntamento in cima. Nel frattempo io cercavo la mia guida che doveva coordinare la salita. Si sale con un piccolo bus ma c’è un notevole sovraffollamento. Ovviamente anche qui italiani. Mi seguono.
Arrivati su, all’entrata si aspetta, si paga ma poi finalmente si comincia a camminare, vedendo a poco a poco la famosa rocca con l’antico centro abitato. La zona agricola e la zona urbana. Le terrazze, il tempio e si vedono anche i lama e gli alpaca, unici padroni ormai della cittadella.
Intanto, quasi mi ero dimenticato delle amiche brasiliane, distratto da tanta meraviglia naturale e da tanta ingegnosità umana. Siamo riusciti a scambiare qualche parola e a farci qualche foto, poi ognuno al proprio gruppo.
La zona è generalmente piovosa (circa 1.955 mm di precipitazioni all’anno), specialmente fra novembre e marzo, per cui è consigliabile visitare il Machu Picchu da maggio fino a settembre, quando il tempo è buono e non piove. Qualche anno fa, nel periodo estivo di febbraio, le abbondanti piogge causarono una frana che costrinse un intervento d’emergenza per salvare decine di turisti rimasti bloccati.
Ma intanto il percorso con la guida terminava e così si ritornava giù. Ritrovo le amiche e decidiamo di scendere a piedi, anche perchè pensavamo di non fare in tempo per il treno.
Il mio, partiva prima rispetto a quello loro. Verso le 17:30. La discesa non è un gioco. Si fa tardi e corro verso il treno, le ragazze vanno a mangiare. Ci salutiamo di corsa, senza scambiarci recapiti. Non so perchè. E’ successo. Destino beffardo. Non le ho mai più riviste.
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