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A Buenos Aires, la Plaza de Mayo è la piazza che ha segnato la storia del paese argentino. Tutte le rimostranze più incisive si sono svolte e si svolgono tutt’ora in questa piazza. Il nome nasce per ricordare la rivoluzione di maggio del 1810, che fu l’inizio per l’indipendenza argentina dalla Spagna nel 1816. In questa piazza storica trovano posto il Cabildo di Buenos Aires, la Casa Rosada, sede del governo nazionale, la Cattedrale e il Banco Nacional.
La piazza ospitò anche i raduni di protesta per appoggiare Juan Domingo Peron incarcerato e i sostenitori della guerra delle isole Falkland, contese dalla giunta militare al Regno Unito nei primi anni ottanta.
Ma la piazza diventò celebre dall’aprile del 1977, secondo anno con la giunta militare al potere, quando alcune signore con un fazzoletto bianco iniziarono a camminare in modo circolare lungo la Plaza de Mayo, visto che dopo una restrizione giudiziaria non potevano fermarsi né raggrupparsi, ma dovevano circolare. Ecco, che così cominciò la protesta delle madri in modo circolare attorno alla Plaza più importante di Buenos Aires. Insieme ad esse camminarono anche le madri-nonne dei desaparecidos, poi riuniti sotto l’associazione Abuelas de Plaza de Mayo, capeggiate da Estela Carlotto, che ancora oggi cerca di recuperare l’identità dei tanti figli di desaparecidos, dati ai militari al tempo della dittatura.
La prima marcia avvenne di sabato, la seconda fu di venerdì, poi la prassi diventò compierla il giovedì, intorno alle tre e mezza del pomeriggio. Chiedevano risposte per i loro figli desaparecidos in seguito alla guerra sporca del governo argentino di Videla. Le conseguenze di questa azione coraggiosa di protesta furono terribili. Una delle quattorcidi madri originarie, Azucena Villaflor, venne sequestrata e per molti anni non se ne seppe più nulla. Anni dopo furono ritrovati i resti, poi cremati. Dall’8 dicembre 2005, le ceneri sono seppellite ai piedi della Piramide di Maggio, al centro della Plaza de Mayo.
E’ un giovedì, 22 luglio 2010, mi trovo qui, in mezzo alla storia argentina. Le madri, si stanno preparando.
Nel 1986, l’associazione delle madri si divise in due gruppi distinti in seguito a contrasti interni, in seguito alle riparazioni economiche decise dal governo Alfonsin. Alcune madri in condizoni economiche precarie decisero di accettare, pur non abbandonando la guerra di giustizia e verità. Esse diventarono Madres de Plaza de Mayo-Línea Fundadora. L’altro gruppo, con a capo Hebe de Bonafini diventò l’Associazione Madri di Plaza de Mayo, che cominciò ad intraprendere un cammino politicizzato basato su ideali marxisti e peronisti.
Intanto un’altra parte della piazza sembra non interessarsi particolarmente all’attività delle madri e delle proteste in genere. Alcuni sono i bimbi che giocano a dar da mangiare ai numerosi piccioni presenti, altri sono di passaggio per la piazza, guardano ma non hanno tempo per fermarsi a vedere qualcosa che si ripete da tempo. C è la polizia in tenuta da guerra. Al tempo della dittatura la polizia contrastava o tentava di farlo, la marcia delle madri. Adesso sta in disparte quasi a non interessarsi della cosa. Poi c’è chi aspetta come me, questo momento di protesta, triste e doverosa. Ci sono molti turisti che sembrano vedere la cosa come un vero e proprio evento turistico. Forse se non fosse così, non ci sarebbe stata la stessa diffusione del problema dei desaparecidos.
Alle ore 15 arrivano due auto marchiate Associacion Plaza de Mayo. Affianco al posto di guida siede Hebe de Bonafini. Cominciano i preparativi. Giungono anche parecchi indios con bandiere raffiguranti il logo delle Madri, il fazzoletto bianco. Il freddo aumenta , i piccioni sono sempre di più a dar gioia ai bambini, ci sono bancarelle che vendono di tutto, dalle bandiere argentine, al mate, ai prodotti indios artigianali. Intanto anche la Linea fundadora è in piazza e comincia a prepararsi. Le espressioni dei visi di queste povere donne sono angoscianti. La sofferenza che avevo visto nei filmati, mi è apparsa davanti agli occhi, viva e lotta più che mai, fino alla fine. Le madri, dopo più di 30 anni sono diventate nonne, sono stanche, più di 30 anni di lotta con il freddo e il vento. Ancora oggi sono lì, con le foto dei loro figli o dei loro nipoti scomparsi. Sono foto vecchie, degli anni 70 e 80, gli anni tristi della dittatura che nessuno vuole più rivivere. L argentina non vuole più piangere, vuole giustizia, adesso.
Alle 15.30 in perfetto orario due gruppi iniziano a marciare. Un primo gruppo raffigurante uno striscione Madres linea fundadora e un altro con la Universidad Popular de las madres. Segue un discorso al microfono di Hebe de Bonafini, mentre le altri madri continuano la marcia. Poi vengono chiamati uno ad uno i nomi di alcuni desaparecidos, a cui si risponde con Presente! Sembra ormai un rito. La gente corre verso la piazza. La protesta ormai coinvolge tutti. Chi è senza casa o senza lavoro. E’ la protesta per i diritti, per la libertà, per la giustizia negata, è la protesta della memoria per non dimenticare mai più e per non ripetere gli errori del passato. Nunca mas!
©nadur.net – 25 luglio 2010
[…] emozione, oggi, 5 agosto 2014. È un giorno felice per Estela Carlotto, per l’Argentina, per la giustizia e la verità di quel terribile periodo della dittatura […]