No Borders

Divisioni

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Un giorno di pernottamento a La Serena è più che sufficiente. Il destino nel nome. E’ proprio un posto sereno, posto di mare con tanto sole. Dopo #Valparaiso , la prima direzione doveva essere #S.PedrodeAtacama , ma 25 ore sono troppe in questo momento.
Quindi sosta a La serena. Ma c’è sempre qualcosa che va storto in questi posti. Succede che la prenotazione presso il b&b che avevo fatto la sera prima viene annullata ma io lo scopro quando arrivo, visto che non potevo leggere la mail perchè ero in viaggio. Poco male. Il proprietario non mi lascia in mezzo alla strada. Ecco il #SudAmerica ! Chiama una signora anziana, sua amica, che abita lì vicino, che ha sempre qualche stanza. E così riesco a salvarmi.
Riesco ad avere una camera indipendente dalla casa. La signora è molto gentile e si presta al dialogo.
Se trovare una via di pacificazione fra israeliani e palestinesi sembra essere sempre molto complicata, quella fra i popoli dell’America latina è decisamente impossibile. mi sono sempre domandato perchè l’America Latina, pieno di divisioni e nazionalismi, non riesca ad unirsi socialmente, economicamente (anche se esiste una prima forma di mercato comune, il Mercosur, che prevede membri e associati è nata circa vent’anni fa) e  politicamente. C’è sempre un’appendice storica che spiega le antipatie e le divisioni di oggi. I cileni sono visti male dagli argentini, a seguito della contesa della Patagonia, e anche dai boliviani e peruviani. Con questi ultimi è una guerra continua che comincia con la vera guerra, quella del Pacifico di fine ‘800, chiamata anche Guerra del Salnitro, dove la zona del Nord del Cile, chiamato anche Alto Perù, diventò possedimento di quest’ultimo.
La guerra in origine scoppiò fra il Cile e la Bolivia per la zona di #Atacama, ricca di risorse minerarie e la regione di Antofagasta, unico sbocco a mare possibile per la Bolivia.
Il Perù venne coinvolto grazie ad un accordo di difesa con i boliviani. La sconfitta le costò la perdita della regione di Taracapá e di Iquique. Ma esiste un’altra guerra, ed è quella del liquore, il Pisco, un’acquavite che pur essendo un distillato di vino, non appartiene alla famiglia del brandy dato che non subisce invecchiamento.
I cileni affermano la propria paternità sul liquore, lo stesso dicono i peruviani. La guerra dell’alcool, ci mancava pure questa. In realtà credo che il Pisco venisse coltivato nelle terre che prima erano del Perù, ma qualunque sia la verità resta una storia infinita ed ognuno resterebbe sulle proprie posizoni.
Parlando con la mia dueña, cilena, sui rapporti fra i popoli latino-americani, ne viene fuori un ritratto dei peruviani alquanto sgradevole. Per lei i peruviani sono delinquenti, e niente può farle cambiare idea. E’ gente dalla quale è meglio stare alla larga. Dall’altro lato i peruviani si sentono attaccati continuamente e tengono il ricordo della parte di territorio ceduta al Cile. Anche da questo ne consegue l’impossibilità di creare un’unione latina, un sogno bellissimo che i sudamericani non comprendono adesso e che non compresero quando Che Guevara ne ipotizzava la realizzazione.
Creare un’unione latina, abbattendo le frontiere,  sembrerebbe più facile qui, dove si parla la stessa lingua, che altrove. In più non ci sono eccessive differenze culturali, specialmente fra i paesi andini. Ma poi parlando con la gente ti accorgi di quanto sono divisi dentro, e quasi mi arrendo anche io e mi preparo alla prossima frontiera, quella boliviana dove dovrò presentare il passaporto, dichiarare quanto tabacco porto con me, quante fotocamere posseggo o computer e scambiare i soldi per l’ennesima volta. Amen!

©nadur.net – 2 agosto 2010

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