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Vzla libre

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Il 30 aprile il popolo venezuelano è tornato per l’ennesima volta in piazza a protestare. Stavolta doveva essere l’appuntamento finale. Almeno così aveva preannunciato il leader della opposizione Juan Guaidó. Dall’altra parte Maduro, da una piazza ha incitato i suoi “sudditi” condannando il golpe. Dal suo punto di vista questo è un golpe, orchestrato dal nemico yankee. Si parla che erano già pronti 5oo uomini per accorrere in aiuto a Guaidó. E  sembra che Maduro fosse intenzionato a lasciare il paese dopo aver cercato appoggio dai militari, vero ago della bilancia. Ma a quanto pare a risolvere la situazione e a far cambiare idea all’autista chavista è stato Putin che lo ha invitato a resistere.

Il golpe diventa l’unica soluzione possibile, in un sistema presidenziale che non prevede altri tipi di ribaltoni. Il Presidente ha la fiducia del popolo, fino alla fine del suo mandato. Ma il sistema venezuelano prevede che alcuni poteri si possano perdere per referendum. Ed è proprio così che avevano pensato i leader dell’opposizione ma il Consiglio elettorale, organo vicino a Maduro, per via di irregolarità nella raccolta delle firme, ha bloccato tutto. Poi l’abolizione del Parlamento. L’Assemblea nazionale, infatti, ha perso i suoi poteri. Altre soluzioni non sono state trovate o non si sono volute trovare. Soprattutto da parte di Maduro, che vuole rimanere al potere, anche se oggi forse qualcosa è vacillato.

Al di là di come la si pensi, cioè se ha ragione Maduro o l’opposizione, se si tratta del solito golpe organizzato dagli USA,  i diritti umani devono essere sempre rispettati. I diritti umani non hanno e non possono avere colore. Non possono essere chavisti o appartenere all’opposizione. Maduro ha ucciso il suo popolo, la sua gente. Questo resta un fatto, al di là dell’ingerenza americana. Ha continuato a farlo per anni. Ha portato il popolo alla fame, generando una crisi umanitaria senza precedenti.

Intanto la GNB, cioè le guardie bolivariane hanno fatto il loro lavoro, cioè reprimere con la violenza. Molti feriti, ma ad ora nessun morto.
Per molto meno, i nostri connazionali super democratici, studiosi del diritto, promotori dei diritti umani nel mondo,  furono veloci a condannare le misure poco ortodosse di Macron, dopo gli scontri con i gilets jaunes, definendolo fascista. Ma esistono pure quelli contro i populisti italiani e a favore dei populisti sudamericani, come Maduro. Siamo un paese fantastico.

Nel video, un tanque della GNB, la Guardia Nacional Bolivariana, calpesta i manifestanti.

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