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La Cambogia e i khmer rossi

Phnom Penh

I Khmer Rossi festeggiano l’entrata a Phnom Penh,il 17 aprile 1975.
(CLAUDE JUVENAL/AFP/Getty Images)

Dopo la caduta del prospero Impero Khmer, per secoli la Cambogia fu influenzata nelle sue scelte politiche da quelle dei paesi vicini, Thailandia e Vietnam, fino a diventare un protettorato vietnamita nel 1813 e più tardi dopo il 1834, divenne addirittura una regione del Vietnam. Con l’avvento del colonialismo europeo, i francesi si insediarono in Indocina facendo della Cambogia un protettorato francese dal 1863 ma con gli accordi di Ginevra del 1954 che sancirono la fine della prima guerra d’Indocina, la Cambogia ottenne l’indipendenza. Seguì un periodo di instabilità con il coinvolgimento nel conflitto vietnamita, il colpo di Stato di Lon Nol, il regime di terrore dei Khmer Rossi e l’invasione vietnamita del 1978.
In particolare dopo gli accordi di Parigi del 1973 che vedevano il Vietnam unificato con i comunisti al potere, nella vicina Cambogia, il governo guidato dai Khmer rossi guidato dal Pol Pot, dopo avere preso il potere ai danni di Lon Nol nel 1975, instaurò una sanguinosa dittatura che procedette alla eliminazione fisica di chi aveva partecipato ai vecchi regimi vietnamiti. Pol Pot dopo gli studi a Parigi, aveva preso alla lettera quel “distruggere la borghesia” e quindi ritenne opportuno realizzare in Cambogia una integrale rivoluzione agraria, costringendo milioni di abitanti a ritornare nelle campagne, chiuse scuole e università, abolendo moneta e banche,  eliminò le classi sociali, isolando il paese dal resto del mondo.
I Khmer rossi furono proprio quelli che Sihanouk, il monarca imposto dai francesi diciottenne, chiamò per primo khmer rossi. Erano quelli che anni prima venivano definiti una piccola guerriglia e che accusavano proprio il monarca di essere corrotto. All’inizio i khmer rossi erano i vecchi cambogiani che avevano combattuto i francesi a fianco dei vietminh. A questi si erano aggiunti i giovani intellettuali di Phnom Penh, stanchi di Sihanouk. Ma gli americani pensarono che per vincere la guerra in Vietnam fosse necessario avere un appoggio in Cambogia con un nuovo governo. Così mediante la Cia, e mentre Sihanouk era in viaggio nell’Urss, una nave americana che si disse fosse stata dirottata, attraccò al porto di Sihanoukville, scaricando armi. Nel 1970, il maresciallo Lon Nol prese il potere, schierò le forza cambogiane contro i vietcong ed autorizzò l’invasione americana e sudvietnamita della Cambogia. Intanto Sihanouk rifugiatosi in Cina promosse l’alleanza con i nord-vietnamiti. Il Vietnam che aveva già pianificato le sue mire espansionistiche in Cambogia e fu fermato solo dal corso degli eventi contro francesi ed americani, ma nel 1978 occupò la Cambogia, sostituendo il governo di Pol Pot che aveva preso il potere nell’aprile del ’75 deponendo il regime di Lon Nol, con uno filo-vietnamita. I sostenitori di Pol Pot continuarono la loro lotta e anche la Cina che appoggiava Pol Pot cercò di attaccare il governo di Hanoi, strettamente legato all’Urss e nel 1978 cercò un’offensiva contro il Vietnam ma si ritirò presto. Durò infatti soltanto diciassette giorni la guerra sino-vietnamita. Questo peggiorò i rapporti fra la Cina e l’Urss che soltanto verso la fine degli anni ’80 si riavvicinarono e con il conseguente ritiro delle truppe vietnamite dalla Cambogia. Nel 1993 la Cambogia tornò ad essere una monarchia guidata da Sihanouk.

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L’immagine mancante
di Rithy Panh – 2013
S21 La Macchina della morte dei Khmer Rossi di Rithy Panh – 2003
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S-21: Nella prigione di Pol Pot di Piergiorgio Pescali

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