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Grillofone

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Circa dieci minuti di streaming Renzi-Grillo hanno evidenziato per l’ennesima volta, che il grillismo nella figura del suo guru grillofone capo dei penta-stellati, se mai esistesse come corrente politica è una corrente non-democratica e quindi questo incontro con il candidato premier resta solo una formalità che non è servita a nulla.
Eppure il popolo della rete penta-stellata, con il referendum on-line aveva deciso che ci si doveva presentare innanzi al futuro premier, in barba al grande capo per una manciata di voti (link sul referendum online ). Qualcuno favorevole (20.843), qualche altro no (20.397). I votanti penta-stellati sono stati 41.240 su 85.408 aventi diritto.
La volontà di distruggere la democrazia italiana, da parte del comico genovese, si è scagliata su Renzi, facendo ostruzionismo, giocando sporco. Renzi ha lasciato fare, forse intimorito dalla presenza scenica comunicativa del grillofone.
Il confronto fra i due leaders, si è svolto o è meglio scrivere, che non si è svolto, già, perchè il comico non-leader, non-eletto, e non-democratico grillofone, si è espresso nel suo gioco più sleale, non lasciando la parola a quello che doveva essere il suo interlocutore, Renzi. Svolgere le consultazioni da parte del  candidato premier è una prassi che serve per rendersi conto che aria tira prima di chiedere la fiducia al Parlamento. Ma niente di nuovo all’orizzonte, Grillo non si smentisce, percorre la strada della coerenza e incassa la battuta dal “fiorentino viola” che dopo essere stato zittito per tutto il tempo e avere permesso lo show del miliardario populista, quasi si spazientisce ed  invita il comico non-onorevole ad uscire dal blog.
Nessuno aveva dubbi circa la sfiducia da parte dei penta-stellati ma si poteva lo stesso dialogare sui programmi, anche per conoscere le intenzioni di uno e dell’altro su relative tematiche. Invece no. Grillo sa già le risposte di Renzi, è contro tutta la linea. E’ contro il sistema che giudica poco credibile. E’ contro questo streaming. Non è più democratico, dice lui, e non ha tempo. Aveva dato un minuto a Renzi per la replica. Poi ha deciso di toglierlo. Lui è il grande capo, ti dà il tempo, poi te lo toglie. Vuole una dittatura sobria ma se queste sono le condizioni meglio una democrazia ubriaca. Il comportamento dei penta-stellati è senza logica. Senza logica è aver accettato la platea parlamentare pur considerandola parte di un sistema marcio costituito da uomini morti, senza logica è presentarsi a fare una diretta streaming per fare lo show del giorno mentre dalla rete gli avevano chiesto di andare non certo per recitare questa orribile commedia già vista. Dieci minuti di streaming sprecato, per qualche dissidente sarà addirittura un’occasione persa e forse qualcuno avrebbe potuto pensare  che Renzi rovesciasse il tavolo sul comico grillofone magari con un bel waffa, ma no, niente violenza fisica, Renzi non è il tipo. Troppo educato, di fronte solo violenza psicologica grillina. Tutto finisce così senza neanche il tempo di far nulla. E’ inutile. I commenti di quattro rappresentanti in Parlamento del M5S, Lorenzo Battista, Fabrizio Bocchino, Francesco Campanella e Luis Alberto Orellana, che esprimono qualche critica nei confronti dell’atteggiamento del grande capo Grillo, diventano oggetto di scomunica da parte del grande capo. I suoi adepti organizzeranno un’assemblea di voto per decidere su eventuali espulsioni. Si vedrà ma la sorte sembra già scritta.
Grillo vuole distruggere questo sistema, definito “marcio”, per gli enormi conflitti d’interesse presenti, per la corruzione dilagante, per la mancanza di leader politici credibili, perchè è un sistema che fa acqua da tutte le parti, vecchio in tante cose, nella visione del futuro legato alla tecnologia e alla conservazione dell’ambiente. Vecchio anche nella struttura istituzionale del sistema politico. La volontà del comico è quella di eliminare i partiti, vero nucleo e parte in causa di tutte le malefatte del paese,  lo stesso vale per i sindacati che hanno vissuto alle spalle dei lavoratori. Trovano credito in una parte dell’opinione pubblica argomenti quali l’eliminazione del debito pubblico, l’uscita dall’euro-zona e quindi il ritorno alla Lira, con la svalutazione, che comporta tanti rischi in un paese povero di risorse energetiche. Su molti temi, i grillini penta-stellati hanno trovato appoggio di forze politiche razziste, xenofobo-fasciste come Forza Nuova, specialmente quando si parla di abbandono della moneta unica e nazionalizzazione degli istituti bancari. Ma l’esperienza autarchica vive periodi problematici per l’economia e corre sul filo della violenza partecipata. Venezuela e Argentina ne sono un chiaro esempio.
Ma come pensa il grillofone di realizzare questa sua concezione del mondo senza scendere a compromessi con qualcuno e quindi con il Parlamento? In democrazia, si discute, si dialoga, si tratta. L’obiettivo non puoi raggiungerlo subito, ci vogliono battaglie politiche, leali e  democratiche. Ma lui vuole il 51% da subito, non vuole ascoltare nessuno e poter cambiare l’Italia in autonomia e libertà.
Lo scorso anno avevo previsto che se Grillofone avesse cercato un accordo con Bersani le cose per i penta-stellati sarebbero potute andare sempre meglio, fino forse a raggiungere la maggioranza del Parlamento. Un calcio di rigore a porta libera. Tutto il paese avrebbe svoltato dai penta-stellati. Per fortuna non c’è la contro prova. Significherebbe il paese governato da gente che considera l’esistenza di un fascismo buono.
Adesso si è riproposta una situazione simile che non porterà al salto di qualità. Il potere per grillofone è ancora lontano.

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